Una notte al museo

Era la notte del 28 marzo, ore 21 circa.

Noi lupetti del Consiglio degli Anziani, dopo la consueta riunione, siamo rimasti in tana e abbiamo giocato e cenato. Una volta terminata la cena ci siamo preparati per andare a dormire a Villa Piannè.

Noi pensavamo che il viaggio a piedi durasse un po’, in realtà siamo rimasti fuori solo qualche minuto poiché abbiamo incontrato Baloo che usciva dal museo Piersanti di cui è direttore.

Baloo ci ha proposto di fare una visita al museo. Con il fatto che le luci erano spente per via dell’allarme, avremmo visitato il museo solo con le torce.

Il Museo Piersanti di Matelica, ci ha raccontato Baloo, è un Palazzo enorme (4000 mq), residenza storica di una antica famiglia di Matelica, che, alla morte dell’ultimo discendente, al servizio per decenni dei Papi, ha lasciato tutto alla Chiesa.

Abbiamo preso le nostre torce e siamo entrati nella prima porta davanti alla casa del custode. Era la sala della carrozza.

In un angoletto c’era un personaggio ben vestito, che ci ha detto di aver fatto parte della vita di San Francesco: era il suo amico Bernardo. Ci ha parlato:

“Io sono stato un grande amico di Francesco, ma un per po’ di tempo fa avevo notato che era cambiato, voleva stare tra i poveri, vivere nella vera povertà. Questo mi fece riflettere: decisi allora di seguirlo e come lui di vivere nella povertà e abbandonai tutti i miei averi come lui.”

Dopo aver incontrato Bernardo siamo andati al secondo piano. Da qui siamo passati per numerose stanze e corridoi, per poi giungere nella cucina antica del Palazzo. Qui ci attendeva S.Chiara, che dopo averci fatto sedere, ci ha raccontato:

“Io debbo molto a San Francesco perché grazie a lui sono riuscita a fondare le monache clarisse: ho apprezzato la sua povertà, con poco abbiamo consumato sempre buonissimi pranzi, e con la sua presenza tutto diventa più semplice e bello da vivere.”

Usciti dalla cucina siamo passati per la stanza dei vestiti, fino a raggiungere la sala degli arazzi.

Qui c’era Giovanna, la mamma di Francesco, una donna vestita benissimo:

“Io ho sempre voluto molto bene a Francesco, ma da quando è tornato dalla crociata, non è stato più lo stesso: ha cercato la povertà, si vestiva semplicemente…mio marito gli è stato sempre contro, invece io l’ho accettato, aiutato e protetto.”

In un’altra stanza, attaccato alla parete, c’era un grandissimo crocifisso ligneo, a cui era attaccata una pergamena, su cui c’era scritto: “Prima di qui ero in una piccola chiesina abbandonata, dove un giorno arrivò Francesco al quale supplicai di mettere a posto la mia casa che stava andando in rovina; lui pensò alla struttura di quella piccola chiesina, ma involontariamente alla fine fece proprio quello che gli avevo detto: risanare la Chiesa, come comunità dei credenti”.

Scendendo poi al primo piano, siamo arrivati alla piccola cappellina del museo dedicata a S.Maria. Qui ci aspettava papa Innocenzo III:

“Nonostante io fossi il papa, ho sempre cercato di non seguire Francesco, anzi, a resistergli, poiché dava l’ idea di una chiesa umile, quando io la volevo bella e ricca; dopo un sogno però, in cui sognai il Santo che reggeva la Chiesa che stava crollando, ho capito che c’era qualcosa di grande in lui e capii che Francesco aveva ragione e lo seguii, accettando la sua Regula”

Salutando Innocenzo, giungemmo presso la camera da letto. Vi era Pietro di Bernardone, tipo rude e violento:

“Io sono il padre di Francesco,o meglio Giovanni: questo è il suo vero nome ma a me non piaceva e l’ho cambiato. Sono sempre stato contro mio figlio e da quando l’ho visto stare tra i poveri, buttare i suoi vestiti e abbandonare la ricchezza non ne ho più voluto sentito parlare. Mi ha rovinato!”

Dopo questi incontri siamo tornati nella sala degli arazzi da dove ci siamo diretti nella casetta del custode e dove, con nostra gran sorpresa, siamo rimasti a dormire in compagnia di Akela, Kaa, Rama e Chil! Dopo aver preparato tutto, stanchi, ci siamo infilati nei sacchi a pelo e dopo aver chiacchierato un po’ della emozionante e bellissima avventura, ci siamo addormentati.

Buon volo e buona caccia a tutti

Davide

CdA del Branco San Francesco, gruppo Matelica 1

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